Continuano le anticipazioni riguardo il Giro d’Italia 2020. Dopo il passaggio che ormai si può dare per certo in Sicilia, da dove presumibilmente si potrebbe nuovamente ripartire dopo che la Grande Partenza sarà quasi certamente all’estero (Ungheria tra le candidate più accreditate) per rispettare quella che ormai appare una tradizione biennale, ieri RCS Sport ha ufficializzato la partenza di tappa dalla Base dell’Aeronautica Militare di Rivolto. A queste primi tasselli, ai quali si aggiungono alcune ipotesi riguardo la Calabria e una interessante tappa friuliana con arrivo sul Monte Santo di Lussari, si aggiunge un possibile arrivo nel futuro velodromo di Spresiano, in provincia di Treviso. L’inaugurazione è prevista per la fine di quest’anno, quindi l’interesse a portarvi la più grande manifestazione nazionale è grande, dando così risalto e lustro a quello che sarà il primo velodromo coperto italiano.
Ovviamente, difficile dare concretezza a questa ipotesi, pur rimanendo comunque abbastanza scontata la presenza del Veneto nel percorso della 103ª edizione della Corsa Rosa. “Una tappa che entri nel velodromo è di difficile gestione – commenta in merito Mauro Vegni a TG Plus, a margine di CosmoBike – Bisogna capire bene come è strutturato l’impianto trevigiano. Non posso sbilanciarmi al momento però non nego che è una cosa che si potrebbe prendere in considerazione. In ogni caso in transito nel Veneto ci saremo nel 2020. Ci sono diverse questioni da gestire ancora e da definire”.
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